Cocktail Club (Antonio Bianchetti)

mardi 25 septembre 2012
par  NLLG

Oggi e dopodomani, discorsi di cinque sopravvisuti

Antonio Bianchetti

Cocktail Club, 10/09/2012


Patrik Ourednik, nato a Praga nel 1957, è uno scrittore eclettico, saggista, linguista, sceneggiatore, traduttore, ricercatore di opere letterarie particolari e sconosciute al grande pubblico, e per i più curiosi è anche un grande esperto di scacchi ( quest’ultima nota non è casuale perché nella sua opera si sente e si percepisce questa passione). Nel 1984 ha lasciato l’ allora Cecoslovacchia, per trasferirsi a Parigi come esule volontario, dove attualmente lavora. In Italia :duepunti edizioni ha pubblicato Europeana – Breve storia del XX secolo (2005) un successo internazionale dall’ ironia lacerante e sarcastica. Tradotto in oltre venti lingue è una sorta d’ inventario apocalittico che accomuna banali invenzioni a movimenti politici, “b-side” sociologici a eventi epocali. E Istante propizio (2006) liberamente ispirato a un’ esperienza anarchica tenuta in Brasile verso la fine dell’ 800. Un romanzo breve su un’ utopia libertaria che tale rimarrà solo sulla carta, perché ripercorre, come già in Europeana, tutte le rappresentazioni dei difetti dell’ umanità osservati da diversi punti di vista, perché ritrovarsi in mezzo alle problematiche appena lasciate dietro le spalle, sostanzialmente, è la consapevolezza che i nostri istinti più “bassi” rappresentano la barriera insuperabile delle nostre “verità”, come se l’ ideologia, o meglio ancora l’ utopia, fosse un prodotto preconfezionato nel supermercato sotto casa, dove basta rifornirsi da soli per partire verso un lungo viaggio.
Ebbene, sempre la casa editrice di Palermo :duepunti a pubblicato questo Oggi e dopodomani – discorsi di cinque sopravvissuti (2011), che a tutti gli effetti è un opera teatrale divisa in quattro scene e un epilogo. Dove, si leggono in questa rappresentazione, i dialoghi di, prima tre e poi cinque personaggi, chiusi loro malgrado all’ interno di una stanza da dove non si può uscire, perché le porte non hanno maniglie, e dove, pare, che all’ esterno sia avvenuta la fine del mondo. Il contesto assurdo viene amplificato dagli strani discorsi dei protagonisti, come se cinque mondi prima in equilibrio e poi in collisione rappresentassero tutta l’ umanità, attraverso le loro paure e i loro desideri. Il tutto è condotto dalla sottile satira dell’ autore all’ interno di un’ atmosfera straniante e nello stesso tempo “troppo normale”, vista la questione in oggetto : ma se la fine del mondo ci fosse sempre stata ? E noi non ce ne siamo mai accorti ? …e anche se ce ne fossimo accorti non ci abbiamo mai fatto caso ? Domande banali… domande importanti… chi lo sa, il resto è teatro, finzione scenica o illusione di una verità che ci circonda, quotidianamente.