Piccoli maestri (Paolo Morelli)

sabato 23 marzo 2013
di  NLLG

Europeana, breve storia del XX secolo, di Patrik Ourednik

Paolo Morelli

Piccoli maestri


Si sa che la storia la raccontano i vincitori. A volte le menzogne si trasmettono fino a diventare vere. Ma cosa succederebbe se si provasse a raccontare la travagliata storia del secolo scorso, il cosiddetto secolo breve che si fa fatica a considerare come tale, con la tanto decantata ma ormai pressoché dimenticata voce del popolo? Quella che una volta era la vox Dei e ora pare essersi persa nella babele mediatica? È quello che dev’essersi chiesto lo scrittore ceco Patrik Ourednik nello stendere Europeana, breve storia del XX secolo, un piccolo capolavoro tradotto in tutto il mondo e che solo in Italia è passato quasi inosservato.

Ossessionato dall’idea della sparizione tanto della realtà quanto di qualsivoglia verità, l’autore si lancia all’inseguimento della logica che fa da ordito a quella follia che pretende ancora di chiamarsi Storia, vale a dire la progressione di una conoscenza sempre più astratta e per niente basata sull’esperienza. Brandelli di vicende centenarie vengono inseguiti e macerati con fare distaccato e insieme nervoso, come uno stalker per un mondo alla deriva e un tono tra l’avviso e il proclama, come un editto disperato che sancisce il vuoto e perverso roteare delle teorie, l’affastellarsi di una scoperta dietro l’altra nonché della violenza che quasi sempre presumono. In questo fiume che pare diretto necessariamente alla disgrazia, altrimenti detta teoria della “fine della storia”, gli attori umani ci fanno l’usuale figura di burattini, con un barlume di speranza ridanciana proprio nel finale: “ma molti non conoscevano questa teoria e continuavano a fare storia come se niente fosse”.

In un’epoca di annientamento del buon senso comune l’autore se ne fa invece fiero portavoce, di quella saggezza dal basso frutto di un’esperienza millenaria che di fronte agli accadimenti che diventeranno storia, alle guerre e alle stragi ad esempio, sa già quello che serve sapere, o forse meglio sapeva, senza bisogno di aspettare le presunte certezze dalla Storia.

Al lettore giovane offre la possibilità di allenarsi a fare le proporzioni critiche, anch’essa una funzionalità in via di sparizione, mettendo in luce il fatto che è il ‘come’ si racconta a marcare le differenze.


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