La fine del mondo sembra non sia arrivata
Gabriele Ottaviani
Convenzionali, 12 dicembre 2018
“La stupidità era, in fin dei conti, più affascinante dell’intelligenza, limitata per definizione.”
La verità e la menzogna sembrano due concetti molto ben distinti, antitetici, separati, l’uno l’opposto dell’altro: in realtà, invece, di norma si sfiorano. Sempre, di continuo. Labile è il confine che li divide, come una siepe, composta di fatti intrecciati alla fantasia e d’immaginazione cucita insieme con la realtà: così Ourednik, la cui prosa è bella, ampia, elegante, raffinata, cristallina, ricchissima di livelli di lettura e di chiavi di interpretazione, inventa la verosimilissima e altrettanto surreale storia di Gaspard Boisvert, il più fidato consigliere del più imbecille presidente americano nella storia dei presidenti americani, naturalmente molto più che democraticamente eletto, e facendo in questo modo parla a tutti noi di ognuno dei presenti, e dei trucchi con cui il mondo si imbelletta per tentare di velare la propria pochezza.